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INFO

Difficoltà: Difficile

Partenza: Rifugio Dibona

Lunghezza: 10,2 km

Dislivello positivo: 1.400m

Tempo: 8h

Arrivo: Rifugio Dibona

Altitudine massima: 3.225m

Dislivello negativo: 1.400m

Una delle ferrate che non possono mancare nel carnet di ogni appassionato è la “Lipella“, un percorso per escursionisti esperti che tocca i siti della Grande Guerra e arriva direttamente sulla cima della Tofana di Rozes, una delle più famose delle Dolomiti. Scopriamo questa famosa via ferrata.

Avvicinamento

Da Cortina si segue la strada del Passo Falzarego, si supera Pocol ed in prossimità di una chiesetta s’imbocca a destra una carrareccia (con indicazioni segnaletiche). Al successivo bivio, girando a sinistra, si prosegue fino a raggiungere il parcheggio del Rifugio Dibona 2.083 m. Dallo storico rifugio, con ampio parcheggio, prendete il sentiero n° 403 fino all’incrocio con il sentiero n° 404, che vi porterà a costeggiare la base della Tofana di Rozes, fino a raggiungere l’inizio della via ferrata alle Gallerie del Castelletto.

La ferrata

Arrivati alla base della parete inizia il percorso della via ferrata, che con alcuni gradini metallici consente di raggiungere l’ingresso della galleria. Quest’ultima, scavata dagli Alpini durante la Prima Guerra Mondiale, ha uno sviluppo in salita con dislivello di 120m ed è lunga 500m ed è necessaria una torcia o la pila frontale.

Usciti dalla galleria, si tralascia una deviazione a sinistra (possibile via di fuga in caso di maltempo) e la ferrata prosegue sul versante della Tofana di Rozes rivolto sulla Val Travenanzes, superando una lunga cengia, alternata a gradini rocciosi e canaletti. Dopo aver oltrepassato alcuni gradini rocciosi, una larga cengia porta alla vista delle caratteristiche “Tre Dita”, una formazione rocciosa molto iconica, per poi proseguire verso il Rifugio Giussani che raggiungerete in circa 30 minuti.

Dal rifugio prendete la strada a destra verso la cima e proseguite lungo la cengia fino a ritrovare i cavi della via ferrata. Questo secondo tratto è da percorrere con attenzione sia per l’esposizione sia per la grande quantità di materiale detritico presente su appigli e appoggi. Superato primo un tratto verticale abbastanza impegnativo, seguono alcuni comodi gradoni rocciosi che conducono ad una esile cengia: qui ha inizio un secondo tratto quasi verticale, uno dei punti più impegnativi ma anche caratteristici della ferrata.

Successivamente la parete diventa meno inclinata e il cavo serve solamente come corrimano, fino a raggiungere un pulpito panoramico dove si può riprendere fiato. Superata un’ampia conca sospesa, si deve oltrepassare un’altra paretina verticale alta circa 10 metri, arrivando all’ennesima cengia detritica che taglia decisamente verso destra fino ad uscire dalla sezione dopo aver superato alcuni tratti sono piuttosto esposti.

Seguono alcuni tratti abbastanza impegnativi con passaggi che richiedono una buona atleticità (occhio alla stanchezza a questo punto), poi le difficoltà diminuiscono e il terreno diventa più agevole. Il cavo metallico termina nel punto in cui una cengia diventa traccia di sentiero che conduce su un’ampia sella detritica posta a quota 3.030m. Siamo alle battute finali della ferrata: seguendo un sentiero ben tracciato si sale l’ampia cresta fino a raggiungere la cima, da cui potrete godere di una vista spettacolare sull’intera conca ampezzana.

Discesa

La discesa si effettua per la via di salita fino alla sella di quota 3.030m, dove si svolta verso destra seguendo la via normale (indicata da segni blu), che scende tra roccette facili, cenge e ghiaie, fino a raggiungere il ben visibile Rifugio Giussani a quota 2.561 m. Dal qui non rimane che seguire il sentiero 403, ritornando quindi al parcheggio nei pressi del Rifugio Dibona.

Punti d’appoggio

Rifugio Dibona, Rifugio Giussani

Equipaggiamento

Normale dotazione da ferrata: casco, imbrago, guanti da ferrata e kit da ferrata. Necessaria anche la pila frontale o una torcia.

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